Ancora una volta la scuola è ostaggio di riforme incompiute
Ancora una volta la scuola è ostaggio di riforme incompiute
Un emendamento presentato dal governo nella seduta della Commissione cultura e istruzione del Senato della Repubblica del 7 febbraio 2024, nel corso dell’esame del DDL relativo al voto in condotta, propone di smantellare la riforma della valutazione nella scuola primaria, avviata solo dal 2020 (Ordinanza Ministeriale n. 172 del 4 dicembre 2020 e Linee guida Valutazione periodica e finale degli apprendimenti delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria) e senza che ne sia stata in alcun modo verificata l’efficacia. In assenza di una documentazione sui processi in atto, di una verifica sulle esperienze condotte nelle scuole, di un’interlocuzione con il mondo della scuola e della ricerca universitaria questo governo decide di interrompere un processo di rinnovamento della cultura e delle pratiche valutative. (dal sito del CIDI)
Dando seguito al documento precedente del gennaio scorso, rendiamo pubblico un nuovo testo delle associazioni della scuola (AIMC - ANDIS- CEMEA - CGD - CIDI - FLC CGIL - LEGAMBIENTE SCUOLA E FORMAZIONE- MCE - PROTEO FARE SAPERE- UCIIM) redatto in risposta che alle ultime iniziative governative e che invita gli insegnanti, i Dirigenti, i genitori e gli studenti a "non restare ostaggio di riforme incompiute":
Ancora una volta la scuola è ostaggio di riforme incompiute.
Invitiamo a diffondere questo documento in tutti gli istituti comprensivi affinchè se ne discuta nei Consigli di classe, nei Collegi dei docenti e venga conosciuto dai genitori.
La valutazione degli apprendimenti è un aspetto della professionalità docente che entra in gioco fin dal momento della progettazione didattica, nella consapevolezza degli obiettivi di apprendimento da raggiungere da parte degli allievi, nella scelta delle attività didattiche e della metodologia come pratica di insegnamento e apprendimento, nella fase osservativa e descrittiva delle attività stesse che si traduce in valutazione da rendere esplicita all'allievo. Siamo convinti che essa sia parte integrante del processo di apprendimento. Così può configurarsi come valutazione formativa.
La riflessione intrapresa negli istituti in questi anni è stata importante e andava ripresa e non cancellata con un emendamento, frutto di altre logiche e niente affatto rispettoso del lavoro dei docenti e della loro professionalità, oltre che inutile dal punto di vista di un miglioramento degli apprendimenti degli allievi. La cultura della valutazione va ripresa nelle scuole. Con le parole della Presidente nazionale del CIDI Valentina Chinnici che accompagnano il documento interassociativo, aggungiamo:
"Invece di rafforzare la L.172 che aveva abolito i voti alla Primaria, il governo infila un emendamentino che mira a svuotarla di senso per smantellarla del tutto. In audizione una parlamentare ci ha detto che “ce lo chiede la gente e i genitori” di tornare presto ai voti numerici. E quindi, in barba ai 160 mila insegnanti formatisi con sacrificio, a migliaia di studi di docimologia e valutazione, in barba ai pareri delle associazioni storiche e del CSPI, ecco che cambiano la cultura della valutazione sulla base del consenso facile. La Scuola è una cosa seria, qui invece si va avanti tra incompetenza e malafede."
APPROFONDIMENTO
La valutazione come ricerca è uno degli aspetti su cui il CIDI ha da anni lavorato nei gruppi di insegnanti di tutte le parti d'Italia. L'elaborazione raggiunta, con l'aiuto di esperti, è confluita in due pubblicazioni che segnaliamo ai docenti interessati:
(a cura di) Mario Ambel - Fabiana Fabiani, Quando la valutazione è ricerca, Editoriale CIID, 2008.
AA.VV., Il profilo in uscita del soggetto competente, Editoriale CIID, 2011.