DUE VISIONI, DUE STRADE

“Per poter cambiare la scuola occorre per prima cosa un esercizio di pensiero” (Riccardo Massa)

ESERCIZI DI PENSIERO/4-2025

DUE VISIONI, DUE STRADE

 

In una direzione funzionalista della scuola si orientano, dagli anni settanta del ‘900, i documenti e l’azione dell’OCSE che attribuisce all’istruzione il principale compito di valorizzare il capitale umano, come risorsa fondamentale per garantire competitività al sistema produttivo, crescita economica e miglioramento delle condizioni individuali.

Su una posizione contrapposta si pone la visione dell’UNESCO, rappresentando una visione multipolare delle relazioni internazionali, ha sviluppato l’idea di istruzione e di apprendimento permanente in termini umanistici ed emancipatori, per favorire la realizzazione integrale del soggetto.

Conoscenza e istruzione vanno considerati beni comuni globali, perché riguardano tutte le persone, come parte di un impegno sociale collettivo che richiede partecipazione e solidarietà.

Su queste due direzioni divergenti si costruiscono due possibili politiche sulla scuola. La prima orientata a sostenere la formazione del cittadino e quindi fortemente unitaria anche nel tempo dell’adolescenza. La seconda funzionale al mercato del lavoro che esalta, anche in Italia, la contrapposizione tra la “scuola” (education) e la “scuola vocazionale” (Vocational education and training); per l’istituto professionale (e pure per il glorioso istituto tecnico) si allentano i legami con la scuola per la cittadinanza; entrano a far parte di una filiera che al capo finale ha direttamente il lavoro verso cui è finalizzata e strutturata anche l’area culturale.

La stessa idea-immagine di filiera[1] riduce il percorso scolastico ad un tratto di un ciclo produttivo che realizza figure professionali compiute e alla cui formazione contribuiscono, già nel tempo scuola, le componenti del futuro lavoro, gli esperti provenienti dal mondo delle professioni. Anche la riduzione a 4 anni conferma questa tendenza. Si accetta che bastino quattro anni di istruzione in modo da poter completare la formazione alla professione nei bienni specialistici (ITS) liberati dalla zavorra della cultura disinteressata.

Ecco: due visioni di del mondo che determinano due scuole indirizzate su due strade divergenti.

Che fare? (5 continua)

Domenico Chiesa 

(24 gennaio 2025)

 

[1] Nei dizionari il termine filiera assume diverse accezioni: da strumento meccanico utilizzato per la trafilatura o la filatura, all’organo che nei ragni produce il filo fino al significato esteso di sequenza di operazioni necessaria a trasformare le materie prime in prodotti finiti. Come si può pensare di utilizzarlo per rappresentare un processo educativo? Meriterebbe una riflessione sull’inquinamento che il vocabolario dell’educazione ha subito negli ultimi decenni.