I TEMPI/LUOGHI DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI: LA SCUOLA

“Per poter cambiare la scuola occorre per prima cosa un esercizio di pensiero” (Riccardo Massa)

ESERCIZI DI PENSIERO/2025-10

I TEMPI/LUOGHI DI VITA DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI: LA SCUOLA

 

Con la scuola le bambine e i bambini costruiscono il primo patto da cittadini.

È il tempo/luogo da costruire e condividere con gli insegnanti (maestri).

È il patto che gli adulti propongono loro fin dalla nascita e che poi rinnovano a tre, a sei, a undici, a quattordici anni: noi adulti ci impegniamo a seguirti nell’acquisire le chiavi che ti permetteranno di accedere al sapere che le generazioni che ti hanno preceduto hanno costruito. Potrai essere più libero, autonomo, consapevole e responsabile delle tue scelte e delle tue azioni. Potrai partecipare meglio e con soddisfazione alla vita sociale, far valere i tuoi diritti, cosciente dei tuoi doveri. Potrai accedere alla vita culturale e artistica avendo gli strumenti e la sensibilità per poterla seguire.

Il patto prenderà la forma delle aule e dei laboratori, delle palestre e dei cortili, dei libri e delle tastiere, della qualità con cui verrà organizzato il tempo disteso, che allievi e maestri dedicheranno alla fatica e al rigore, al piacere e alla soddisfazione di insegnare e apprendere insieme.

Questo progetto educativo attraverso l’istruzione considera i vissuti e le esperienze dirette degli alunni come punto di partenza per l’ideazione dei percorsi di insegnamento/apprendimento. Si realizza come assunzione di responsabilità individuale di tipo collaborativo di un gruppo di adulti che si prende cura dei bambini e dei ragazzi per consentire loro di apprezzare e perseguire la fiducia in sé stessi attraverso il sapere e l’agire consapevole. Insegnanti e allievi sono alimentati da un impegno complementare: gli insegnanti hanno l’impegno/intenzionalità/dovere professionale di creare le condizioni più adeguate perché gli allievi possano esercitare l’impegno/intenzionalità/diritto ad apprendere.

È quello che Bruner chiama “negoziazione dei significati”, base di ogni percorso di educazione (sempre reciproca).

Nella classe le singole persone devono essere poste nella condizione di riconoscere i “tempi” degli altri e vedersi riconoscere i propri. Solo con tale requisito si può sostenere la partecipazione di ciascuno, resa possibile dal “sentirsi a casa”.

Il senso che i bambini e i ragazzi attribuiscono all’esperienza scolastica ha una ricaduta determinante sulle dinamiche della vita in classe e sulla qualità dell’apprendimento. È una percezione soggettiva di cui tenere conto e mettere in gioco nel costruire e pervadere le attività didattiche. La percezione determina positivamente o negativamente le aspettative la qualità del tempo trascorso a scuola.

Riconoscendo il senso che l’allievo dà allo stare in classe e alle diverse attività che in essa si svolgono si rispetta e si riconosce la dignità, la personalità i sentimenti del ragazzo stesso. Si sollecita il suo rispetto e riconoscimento verso gli altri e verso le regole che reggono la vita in comune. Soprattutto si rendono condivisi i traguardi da raggiungere insieme.

Dunque la scuola come Istituzione in cui l’educazione è un connotato dell’istruzione; la scuola pubblica, laica e plurale, laboratorio di pratiche di democrazia, in cui si dimostra, nella quotidianità, che la democrazia “conviene”.

La scuola come meravigliosa esperienza sociale di umanizzazione culturale.

La scuola rappresenta anche il punto di partenza per esplorare, con gli strumenti della cultura, il mondo di cui è parte attiva. È fondamentale che la scuola venga riconosciuta e si riconosca come istituzione che, con una propria identità e una propria funzione, si affaccia sulle piazze delle città per interagire con le altre istituzioni. (2 continua)

 

Domenico Chiesa 

(7 marzo 2025)