LABORATORIO PERMANENTE 2024/2025 "Diritti, Resistenza, Costituzione": le riflessioni sul primo incontro del 18 ottobre 2024

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Il 18 ottobre del 2024 è stato inaugurato presso il CIDI Torino il Laboratorio permanente "Diritti, Resistenza, Costituzione" dell'anno scolastico 2024/2025 che a visto la partecipazione in presenza e a distanza di colleghi di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado di scuole di Torino e provincia e di altre regioni.

Il primo incontro del ciclo di formazione che proseguirà fino all'aprile del 2025 ha avuto per titolo

PER UNA CITTADINANZA DEMOCRATICA IN CAMMINO: LA RESISTENZA E IL 25 APRILE A SCUOLA

Sono intervenuti il professor Luca Baldissara (Università di Bologna) con una relazione dal titolo "L’insurrezione è il compito di tutti i giorni”. Significato storico e valore civile del 25Maria Chiara Acciarini (CIDI Torino) con la relazione Dalla memoria alla storia attraverso la scuola. Con loro abbiamo ragionato su come si costruisce la memoria e soprattutto su come far sì che dalla memoria si arrivi alla storia in un curricolo ricorsivo e graduale nel primo ciclo di istruzione e attraverso lo studio a scuola delle fonti storiche disponibili. In particolare sono stati analizzati i rapporti tra antifascismo e Resistenza (continuità o discontinuità?); le tante Resistenze geografiche del nostro paese, individuabili attraverso la cronologia di venti mesi di lotta per la liberazione; il carattere di insurrezione legato al 25 aprile; le parole della storia che possono consentire a scuola di inquadrare correttamente le vicende della Resistenza italiana; che cosa è rimasto di quei fatti nella memoria, nella coscienza collettiva, nel discorso pubblico nei decenni della nostra storia repubblicana fino ad oggi.

L'incontro è stato introdotto dalla presentazione dell'attività di accertamento delle preconoscenze svolta nelle classi della scuola primaria (tre classi) e secondaria di primo grado (sette classi) che nell'anno scolastico 2022/2023 hanno realizzato i laboratori di storia presentati nel progetto "Racconti di Resistenza dalle scuole". In particolare, sono state analizzate e commentate le preconoscenze dei bambini e dei ragazzi registrate attraverso la discussione e la condivisione delle idee sul 25 aprile e sulla Resistenza a partire da alcune domande e attività, graduate a seconda dell'età degli allievi e delle allieve, raccolte e registrate dalle insegnanti. Le preconoscenze, nell'ambito della psicologia dell’apprendimento, "derivano dalla comunicazione sociale e dalle prime forme di comprensione ingenua del bambino che si fa un’idea degli uomini e dei loro rapporti reciproci applicando i modelli tratti dall’esperienza e riempiti dai contenuti veicolati dai mass media”. (DI CARO G., La storia in laboratorio, Carocci, 2005, p. 47). Hanno a che fare con il formarsi delle idee e dei concetti e con i processi che si attivano nell’apprendimento dei bambini e dei ragazzi.  Lo scopo dell’attività era accertare cosa sanno i nostri bambini e i nostri ragazzi sulla Resistenza, per costruire il percorso didattico da proporre in classe.

 

Ecco alcuni commenti e riflessioni che ci sono pervenuti dai partecipanti all'incontro:

"Complimenti per il vostro lavoro. Ho apprezzato molto tutto nell'incontro del 18: l'organizzazione della conduzione, i vostri interventi,la narrazione delle esperienze in classe e la ricchezza degli spunti di riflessione forniti dai relatori, nonché l'idea di raccogliere e non disperdere le sollecitazioni dei partecipanti. Grazie e alla prossima!"

 (Daniela, docente di scuola secondaria di secondo grado, Palermo)

“Mi è piaciuta molto la parte di lavoro degli insegnanti sulle preconoscenze e mi interessa vedere come si è sviluppato poi il lavoro nelle classi, con le presentazioni nei prossimi incontri. Interessante è l’idea di partire dalla prima classe della scuola primaria per avere poi modo di proseguire negli anni successivi con il tema, arricchito chiaramente grazie al fatto che i ragazzi sono più grandi. Nella mia scuola avevo preparato tanti anni fa un lavoro sul 25 aprile e sulla Resistenza, su cosa voleva dire non avere la libertà. Avevamo poi organizzato una mostra con tutti i lavori dei bambini delle classi quinte. L’esigenza di lavorare sul 25 aprile è nata dal fatto che noi abbiamo due partigiani santenesi che sono stati massacrati. A uno di questi era stato dedicato il ponte e in seguito, negli anni, è nata la collaborazione con un’associazione del territorio “La radice e la memoria” che recupera le “radici” del passato comprese quelle dell’emigrazione. A Santena c’è stato un forte flusso migratorio agli inizi del Novecento. Tutti gli anni nelle classi quinte questa associazione viene a raccontare ai bambini, anche attraverso oggetti, quello che è stato il periodo della Resistenza dei loro bisnonnni. Quindi c’è questo aggancio. In più c’è un percorso didattico che le classi attuano all’interno del curricolo di educazione civica. Tutto però è riservato alle classi quinte. Ho visto che voi partite dalle prime e questo tipo di lavoro è molto interessante perché prevedete un lavoro che si snoda attraverso le varie fasi di maturazione del bambino. Complimenti per aver recuperato temi quali la Costituzione, il 25 aprile a cui ho visto, con gli anni, gli insegnanti sembrano meno sensibili. Voi avete inteso non solo trattare del 25 aprile, ma del “25 aprile e d’intorni” quindi anche della Costituzione. Noi abbiamo fatto dei laboratori sulla Costituzione e sulla legalità che alla fine però hanno un collegamento…Costituzione, legalità, 25 aprile è un fil rouge che si snoda. La fatica più grande è coinvolgere le insegnanti. Nella mia esperienza l’ostacolo più duro è stato il coinvolgimento della scuola secondaria. Da noi nella primaria si lavora ancora in un certo modo, anche se il 25 aprile non rientra nei programmi, ma rientra in Educazione civica.. E poi rientra elemento di legame con il territorio, che dobbiamo tenere vivo perché altrimenti la scuola è sempre qualcosa che parla da un’altra parte rispetto al contesto sociale.

Complimenti perché voi reggete, nonostante sia molto difficile il mondo della scuola. Oggi si parla di tutto, di inclusione, di strumenti innovativi con il PNRR. È tutto bellissimo, ma a volte mi viene l’idea che perdiamo dei “mattoni” importanti che, se non vengono recuperati attraverso il lavoro a scuola con le colleghe, sono perduti per sempre.”

(Claudia, docente di scuola primaria in quiescenza, Santena)

"Il primo incontro del “Laboratorio permanente su Diritti Resistenza Costituzione 2024-25”, un percorso di formazione per gli insegnanti, organizzato dal CIDI di Torino, che si è tenuto venerdì scorso 18 ottobre alle 17:00, consentendo anche a chi  non vive a Torino, nel caso mio specifico a Palermo, di collegarsi da remoto, è stato davvero molto interessante. Gli interventi sono stati ricchi di senso, sia per quanto attiene alle esperienze e alle indagini condotte sulla sensibilità e sulla consapevolezza che già i bambini nella scuola primaria hanno nei confronti del 25 aprile e di concetti quali “Diritti”, “Resistenza” e “Costituzione”, sia per l'intrinseca importanza dell'argomento per ogni fascia d'età. Il valore di questa operazione di indagine non si  limita solo al dato meramente analitico-statistico, seppur significativo, perché aver condotto un lavoro che ha coinvolto i bambini di alcune scuole del torinese, appartenenti a diverse estrazioni e provenienze, è sintomo del buono stato di salute della nostra scuola, la scuola italiana che, malgrado le difficoltà che sappiamo, riesce a persistere nel suo ruolo di “presidio di inclusività multiculturale”.

I risultati di queste indagini hanno reso possibile scoprire la freschezza, la genuinità e la capacità dei bambini di sapersi collocare in una posizione, loro malgrado inconsapevolmente, ma per istinto naturale, non solo diacronica, ma anche sincronica. Sappiamo che quando si parla di Storia, quando si parla di insegnamento della Storia queste due coordinate, la diacronia e la sincronia, sono di fondamentale importanza. Non va considerato soltanto ciò che cronologicamente si colloca nel flusso del tempo, perché ciò comporterebbe un mero, quanto inutile, lavoro di catalogazione di date. Se non si fosse capaci, in ultima analisi, di operare dei costanti collegamenti con il presente, lo studio della Storia, come sappiamo sarebbe puro esercizio mnemonico.

Questo primo incontro è stato bello e interessante, perché ha permesso di riflettere tanto, sulla scorta delle risposte di alcuni di questi bambini, tra di loro anche migranti o figli di migranti che, pur non conoscendo la storia del 25 Aprile hanno saputo cogliere il senso di questa festa, rispecchiandosi in un vissuto che è proprio del loro paese d'origine. Il 25 aprile significa proprio per questo educazione alla democrazia e alla libertà e la scuola che è una delle agenzie sul territorio preposte a questo tipo di intervento educativo nei confronti della cittadinanza deve essere libera di poter continuare a fare questo sin dalla più tenera età, per dare il suo contributo alla creazione di nuove classi di cittadini. Un'utopia? Probabilmente sì, ma è proprio della scuola, è proprio del suo compito, della sua investitura progettare, credere nel futuro, far crescere ciascuno, per parafrasare la famosa poesia di Danilo dolci, soltanto se sognato e il sogno è progetto che attinge da un passato identitario, per la costruzione di un futuro comunitario e tutto ciò è possibile soltanto attraverso un delicato lavorìo di sincronia e di diacronia.

Di sostanziale importanza è stato anche l'intervento del professore Luca Baldissara, docente presso l'Università di Bologna, che ha dato il suo contributo in merito al significato storico e al valore civile del 25 aprile. Il suo intervento ha consentito a chi, come me è docente di scuola secondaria di secondo grado, di riflettere in maniera ancora più approfondita su nuove possibilità di offerta narrativa della ricorrenza del 25 aprile e della storia della Resistenza ad alunni, quelli della scuola superiore, che spesso disconoscono o poco sanno di questa pagina storica e che però hanno ancor di più gli strumenti, dato il loro percorso scolastico che volge al termine, per comprendere aspetti più profondi e complessi di connessione tra la storia di appena 80 anni fa e la storia attuale. Ciò è di vitale importanza per tenere vivo il ricordo di questi fatti e così sapersi orientare nel presente e sapere dare una giusta collocazione a certe tensioni che ancora oggi sono potenti e percorrono la pelle della Repubblica. Nello specifico, l'intervento di Baldissera, per chi come me viene dalla Sicilia è stato interessante relativamente al fatto che in realtà esistono diverse storie parallele relative alla Resistenza, alla caduta del fascismo e allo sbarco degli alleati. Lo sbarco degli alleati in Sicilia è avvenuto quando ancora l'Italia era alleato paritario dei nazisti che erano presenti in Sicilia non come occupanti, ma come co-belligeranti dell'Italia. Questo ha sicuramente comportato nel ricordo dei civili siciliani un sentimento  diverso da quello orrendo che la restante parte dei civili della penisola ha avuto dell'occupante tedesco e parimenti offre il destro per avere il coraggio di ricordare anche pagine oscure, tragiche, criminali che vedono alcuni reparti delle forze alleate essere gli attori principali di queste tragedie, pensiamo per esempio alla strage di Avola. Quella della seconda guerra mondiale in Italia è una storia complessa, una storia dove esistono più Italie e l'Italia fondamentalmente non ha mai fatto i conti con tutto ciò.

Grazie di cuore per gli spunti che sono stati forniti da questo primo incontro, che certamente chi scrive cercherà di approfondire nel suo lavoro quotidiano." 

(Roberto, docente di scuola secondaria di secondo grado, Palermo)

"L’accenno al lavoro con gli studenti di Pisa sui lavori della Costituente che sono reperibili online mi ha fatto pensare che anche una ricerca sui dibattiti spesso accesi che sono stati alla base degli articoli della Costituzione potrebbe interessare gli studenti, a partire dal fatto che, come dice Baldissara, ma non solo lui, seguendo i dibattiti si capisce come spesso ci sia stata una capacità di prevedere possibili stravolgimenti del testo e si sia lavorato per renderli impossibili e per rafforzare l’impianto democratico. In altre parole è come se i Costituenti (comprese ovviamente le Costituenti su cui il cidi ha già lavorato) avessero previsto e temuto i possibili fraintendimenti e le deviazioni e hanno quindi lavorato per noi, per aiutarci a uscire dai tempi difficili. Credo che messo in questo modo il tema potrebbe interessare a bambini, ragazzi e giovani che ho sempre trovato molto sensibili al tema dei diritti. Inoltre, ho in mente un caso particolare, potrebbe essere interessante individuare il ruolo di singoli costituenti nel determinare il testo di un articolo, forse anche costituenti meno conosciuti, ma che hanno avuto un ruolo decisivo su singoli articoli. Mi ricordo sempre che Giuseppe Filippetta ha sottolineato che più di un terzo dei costituenti aveva partecipato alla Resistenza (o insurrezione) e che essi hanno esercitato in modo pieno quella sovranità che hanno dovuto assumere su di sé nel 1943. 

Credo che seguire la nascita della Costituzione possa aiutare a conoscerla meglio. D’altra parte il laboratorio permanente si occupa di Resistenza, diritti e Costituzione."

(Grazia, docente di scuola secondaria di secondo grado in quiescenza, Torino)

"Perchè bisogna ancora parlare di 25 aprile? Perché se c'è ancora chi il 27 e 28 ottobre di ogni anno va a Predappio a celebrare il Duce e a rimpiangerlo forse qualcosa non è ancora stato compreso bene."

(Giuseppe, studente iscritto al terzo anno dell'Istituto Tecnico con indirizzo informatico, Torino)

 

Il secondo incontro del Laboratorio permanente "Diritti, Resistenza, Costituzione" si terrà giovedì 7 novembre, alle ore 17.00 in Via Maria Ausiliatrice n. 45, nella sede del CIDI Torino e online per coloro che risiedono fuori Torino. E' ancora possibile iscriversi al corso attraverso il seguente modulo.

Non mancate!

LOCANDINA

BIBLIOGRAFIA

BALDISSARA LUCA, 25 aprile, Bologna, Il Mulino, 2024.

BALDISSARA LUCA, Italia 1943. La guerra continua, Bologna,  Il Mulino, 2023.