Un libro da cui iniziare e a cui tornare, nel tempo, per insegnare storia
Un libro da cui iniziare e a cui tornare, nel tempo, per insegnare storia
GIANNA DI CARO,
Insegnare storia. La disciplina, l'apprendimento, il metodo,
Franco Angeli, Milano, 1992.
Il primo incontro con il testo…e i successivi
Come si insegna la storia?
Come si acquisiscono le conoscenze storiche in modo da diventare un sapere significativo durevole nei bambini e nei ragazzi?
Come fare sì che l’ora di storia non sia solo un passaggio noioso e poco attraente nel corso di una mattinata scolastica?
Queste e altre domande simili sono ricorrenti nel percorso di un insegnante di storia.
Così è stato per me fin dal momento iniziale del mio percorso di insegnamento, quando le sole fonti di risposta erano gli studi universitari. Tutto il mio bagaglio di conoscenze e di esperienze non rispondeva ai bisogni che quelle domande esprimevano e che non riguardavano la disciplina, ma come insegnarla. In quel periodo, sette anni fa, mentre studiavo per il concorso, ho incontrato per la prima volta il libro di Gianna Di Caro, “Insegnare storia. La disciplina, l’apprendimento, il metodo”. La lettura mi è stata proposta da Caterina Amadio, coordinatrice del gruppo di storia del CIDI Torino, che aveva preso parte alle ricerche didattiche presentate nel libro e che aveva condiviso con l’autrice le riflessioni in esso contenute. Il mio sguardo, il punto di vista con cui mi sono avvicinata al testo era quello di chi deve imparare una professione e in questo libro ha potuto scoprire un metodo di lavoro e i presupposti pedagogici e didattici che lo rinforzano. Sono gli elementi che ancor oggi sostengono il mio lavoro a scuola, un lavoro che non potrei che intendere, proprio a partire dalla traccia lasciata dal testo, come una ricerca continua.
La presentazione che segue risale al 2019 e nasce dall’esigenza di descrivere questo testo, intendendo la sua pubblicazione come punto di arrivo delle esperienze riguardanti l’insegnamento della storia che Gianna Di Caro e i gruppi di lavoro del CIDI Torino avevano elaborato negli anni Ottanta del Novecento. La rilettura di quel testo nel gruppo di storia della scuola di base ha contribuito alla nascita, in anni recenti, del progetto “Una storia ben insegnata” che intende riannodare i fili delle esperienze con i gruppi di storia del passato, rielaborando un patrimonio di osservazioni e conoscenze che ancora oggi sostiene i percorsi di studio e ricerca dei gruppi di insegnanti che si avvicinano al CIDI Torino. Un esempio di questo percorso che continua è il Centofiori n. 28, un quaderno di lavoro pubblicato nel 2022, che propone, fra gli altri, il percorso sulla Rivoluzione francese in parte già presente nel testo di Gianna Di Caro e sperimentato nei gruppi di lavoro da lei coordinati insieme a Caterina Amadio.
Il testo di presentazione del libro redatto nel 2019 viene qui riproposto nella stesura di allora.
PREMESSA GENERALE
La presentazione che segue risente della lettura di “Riflessioni sulla storia”, il secondo capitolo del saggio “Insegnare storia. La disciplina, l’apprendimento, il metodo” che Gianna Di Caro pubblicò nel 1992.
Nell’osservare l’indice di questo testo infatti (“La storiografia come disciplina moderna”, “La storia e la psicologia dell’apprendimento”, “Il metodo”, “La proposta didattica”), la parte che ho privilegiato sembra esprimere, dal titolo, un punto di vista “soggettivo” rispetto alla storia in senso teorico. È quella in cui è più evidente la scelta “personale” degli autori a cui riferirsi per spiegare e presentare l’idea della storia, come disciplina, come Gianna Di Caro l’ha presumibilmente intesa e ha voluto presentarla insieme alle sue “riflessioni” su di essa.
COME E PERCHE’ E’ STATO SCRITTO IL LIBRO
Come viene esplicitamente spiegato nella “Premessa” del libro, i contenuti proposti sono da ricondurre all’impegno negli studi e alle ricerche sulla didattica della storia condotti da un gruppo di insegnanti del Cidi Torino a partire dall’anno della sua fondazione, il 1979. Le riflessioni sull’insegnamento della disciplina sono state condotte all’interno dei gruppi di ricerca didattica costituitisi per ogni ordine di scuola e sono state sviluppate attraverso l’organizzazione di convegni e seminari rivolti agli insegnanti. Queste attività si sono avvalse della collaborazione, negli anni, di una parte dell’università che ha fornito il contributo delle proprie competenze nel campo della ricerca disciplinare. La riflessione didattica condotta dal Cidi Torino ha tratto stimolo e alimento dai settori di ricerca del Dipartimento di Storia dell’Università di Torino e di altri dipartimenti (Filosofia, Scienze Politiche).
Il libro dunque si rivolge agli insegnanti di storia e intende essere, per volere dell’autrice, uno “strumento di lavoro” a loro disposizione, non solo per le proposte didattiche che presenta, ma come repertorio di informazioni “che consenta […] a tutti di percorrere in modo autonomo un nuovo cammino, arricchendo così il campo della innovazione didattica.”[1]
Il sottotitolo al testo fa riferimento a tre aspetti della storia: la natura della disciplina, il modo con cui viene appresa da parte degli allievi e il metodo di insegnamento che gli insegnanti possono attuare nel loro percorso didattico nelle classi. Per Gianna Di Caro questi tre aspetti devono in qualche modo essere tenuti presenti dall’insegnante nel momento in cui si appresta ad insegnare storia. Nella scelta della metodologia più efficace per l’insegnamento della disciplina ad ogni età, il terzo aspetto che viene preso in considerazione nel libro, l’insegnante non può infatti prescindere dalle prime due componenti. Ogni metodo di insegnamento scelto non può essere “estrinseco rispetto alla logica interna della materia ed estraneo rispetto ai reali processi di apprendimento dei ragazzi.”[2]
OSSERVAZIONI SULLA STRUTTURA DEL LIBRO
LA DISCIPLINA (attiene agli storici e in parte agli insegnanti)
I. “La storiografia come disciplina moderna”
L’autrice introduce questo libro per gli insegnanti, illustrando la storia della storiografia come disciplina di studio e presenta le correnti storiografiche che si sono sviluppate nell’Ottocento e nel Novecento. Si sofferma in particolare sugli indirizzi della ricerca storica che, nel Novecento, entrano in relazione con le altre discipline, soprattutto con le scienze sociali (Annales d’histoire économique et sociale). L’ultima parte è dedicata ai problemi della ricerca storica ancora aperti al momento della stesura del libro, alla fine degli anni 1990.
II. “Riflessioni sulla storia”
Le riflessioni sulla disciplina sono corredate da riferimenti ad alcuni storici presi come riferimento:
- Marc Bloch, “Apologia della storia”, Torino, Einaudi, 1969.
- W. Kula, “Riflessioni sulla storia”, Venezia, Marsilio, 1990.
- A. Marwich, “Introduction to history”, pubblicato con il titolo “Che cos’è questa storia?”, Milano, Mondadori, 1979.
- L. Stone, “Viaggio nella storia”, Bari, Laterza, 1987.
- F. Furet, “Il laboratorio della storia”, Milano, Il Saggiatore, 1985.
- G.H. von Wright, “Spiegazione e comprensione”, Bologna, Il Mulino, 1977.
L’opera di questi autori diventa lo spunto per approfondire e presentare agli insegnanti alcuni elementi portanti della disciplina che costituiscono la specificità della conoscenza storica rispetto alle altre forme di conoscenza.
L’APPRENDIMENTO (attiene agli psicologi dell’apprendimento e in parte agli insegnanti)
III. “La storia e la psicologia dell’apprendimento”
Gli autori di riferimento citati nel testo sono principalmente:
- D.P. Ausubel, “Educazione e processi cognitivi”, Milano, Franco Angeli, 1987.
- I.S. Vygotskij, “Pensiero e linguaggio”, Firenze, Giunti-Barbera, 1984.
Ciò che preme all’autrice è presentare come possa avvenire un apprendimento significativo per l’allievo, non meccanico né mnemonico della disciplina. Gli autori considerati mettono in evidenza l’importanza della discriminabilità dei nuovi contenuti da apprendere a partire dall’uso di organizzatori della conoscenza che consentono di “ordinare” i nuovi apprendimenti secondo categorie che per la storia sono il tempo, lo spazio, i fatti, i concetti chiave. Essenziale inoltre perché ci sia vero apprendimento è che l’insegnante abbia ben presente il rapporto che intercorre tra concetti spontanei (“i concetti che maturano nel corso dell’esperienza del bambino”) e concetti scientifici (“sono i concetti dati attraverso l’insegnamento scolastico”). Se l’obiettivo finale di un intero ciclo di studi è la capacità di pensare storicamente, occorre aver acquisito e padroneggiare i concetti scientifici.
IL METODO (attiene agli insegnanti)
IV. “Il metodo”
Sono indicati gli elementi costitutivi dell’insegnamento della storia che aiutano ad organizzare le conoscenze storiche da parte dell’insegnante in modo che possano essere apprese dagli allievi. La seconda parte del capitolo presenta considerazioni metodologiche specifiche per la scuola secondaria di primo grado, per il biennio della scuola secondaria di secondo grado e il triennio della scuola secondaria di secondo grado.
V. “La proposta didattica”
Vengono fornite informazioni “pratiche” su come costruire un percorso didattico a partire dall’individuazione degli obiettivi e dall’accertamento delle preconoscenze. Tutte le proposte didattiche di esempio sono corredate da documenti e schede di attività frutto di una sperimentazione e di una verifica del metodo. Le proposte riguardano la scuola secondaria di primo grado, il biennio della scuola secondaria di secondo grado e il triennio della scuola secondaria di secondo grado.
GLOSSARIO
Gianna Di Caro ha inserito alla fine del libro un glossario che comprende sia termini relativi ad alcune teorie storiografiche o metodi di indagine sulla storia sia, in massima parte, parole che fanno riferimento agli strumenti in mano agli storici per indagare la storia. Si tratta, evidentemente, di termini che sono usati nel suo testo e che la professoressa riteneva utile spiegare o precisare.
A me sembra importante che all’interno di questo libro sia anche contenuto un glossario così costruito. È come se Gianna Di Caro ritenesse importante che gli insegnanti avessero ben chiaro come si realizza la ricerca storica che supporta le conoscenze che vengono presentate agli studenti nelle scuole.
BIBLIOGRAFIA
La proposta bibliografica per gli insegnanti tiene conto dei testi che sono stati utilizzati per elaborare le riflessioni proposte, a partire dai problemi affrontati nello svolgimento dell’indagine dei gruppi di ricerca che ha poi condotto alla pubblicazione di questo testo.
La bibliografia, che non vuole e non può essere esaustiva per dichiarazione esplicita dell’autrice, è articolata in quattro sezioni che riprendono la struttura tripartita del testo (la disciplina, l’apprendimento, il metodo): il dibattito storiografico, il metodo e la teoria della storiografia, la psicologia dell’apprendimento (carente per quel che concerne la psicologia dell’apprendimento specifica con riferimento all’insegnamento della storia), la didattica della storia (si fa esclusivo riferimento alla scuola secondaria). Spesso l’indicazione delle opere è corredata da note della stessa Gianna Di Caro, in cui sono resi evidenti la parte del libro o l’oggetto di alcuni capitoli più utili da leggere.
La partizione tematica della bibliografia e le indicazioni che con tanta cura l’autrice ha rivolto ai lettori del suo testo sono un aiuto prezioso per gli insegnanti, che possono così usare questo proposta bibliografica come base per la loro formazione professionale nell’insegnamento della storia. Come scrive Gianna Di Caro, rispetto al lavoro prodotto, “speriamo […] che i colleghi possano trovare in esso quelle occasioni di letture o di riletture attraverso le quali condurre autonomamente il proprio cammino di ricerca didattica.”[3]
PERCHE’ E’ UN LIBRO UTILE ALLA SCUOLA DI OGGI
Molte ragioni sono state già indicate in precedenza.
Questo libro può fornire agli insegnanti di storia una base, uno strumento di partenza ed è un testo a cui ritornare, nel corso della propria esperienza professionale, per “condurre autonomamente il proprio cammino di ricerca didattica”. È questo, credo, il messaggio che Gianna Di Caro ci rivolge e che ogni insegnante dovrebbe cogliere per dare al proprio lavoro una prospettiva che guardi ad un progresso nella propria attività professionale, vista come occasione continua e quotidiana per osservare, studiare, apprendere e ricercare.
La consapevolezza che la ricerca è una parte importante e non marginale e occasionale, del nostro lavoro deve essere parte della nostra professionalità. Oggi l’insegnante meglio considerato è colui che “fa realizzare prodotti didattici” ai ragazzi, ma è lo stesso insegnante che non sa spiegare il perché ha compiuto determinate scelte didattiche. Occorre ritornare ad una conoscenza approfondita della natura delle discipline, delle teorie dell’apprendimento con specifico riferimento alla storia e ad una solida padronanza dei metodi didattici per insegnarla. Questi dovrebbero essere gli ambiti di interesse su cui lavorare anche all’interno delle associazioni professionali.
Carmela Fortugno
(19 aprile 2019)
REPERIBILITA’ DEL TESTO
Il testo “Insegnare storia. La disciplina, l’apprendimento, il metodo”, non è più in commercio.
Una copia è disponibile nella biblioteca “Gianna Di Caro”, presso la sede del CIDI Torino, in Via Maria Ausiliatrice n.45.
NOTE
[1] DI CARO G., “Insegnare la storia. La disciplina, l’apprendimento, il metodo”, 1997, p. 7.
[2] Ibidem.
[3] DI CARO 1997, p. 150.